Il sacerdote Iustinus

Il culto del Dio Giove è molto diffuso nel territorio ed io sono un “flamine diale”, un sacerdote che si occupa di compiere riti e sacrifici in onore di questa massima divinità dell’Impero romano. Il mio nome è Iustinus.

Nel territorio di Gattico sorgeva il luogo di culto per questa divinità. Ce lo ricorda l’altare in pietra, che porta l’iscrizione I.O.M. cioè Iovi Optimo Maximo, all’ottimo e grandissimo Giove, dovevano seguire i nomi dei devoti che avevano dedicato l’altare, e infine la formula di ringraziamento V.S.L.M, votum solvit libens merito.

Nella parte superiore dell’altare ci sono un ripiano e degli elementi sporgenti, il cosiddetto pulvino, realizzato ad imitazione di un cuscino (questo il significato della parola in latino), sul quale io depongo o brucio le offerte per la divinità. Una festa speciale per il grande Giove si tiene a settembre, è chiamata Epulum Iovis, il banchetto di Giove. Noi sacerdoti prepariamo un grande banchetto e lo offriamo proprio ad un simulacro, una statua, del dio.

Un altro importante rito è il sacrificio detto suovetaurilia: dapprima verso profumato incenso e vino sull’altare, poi vengono sacrificati tre animali, un suino, un ovino, un toro, da cui il nome del rituale. Le loro carni vengono cotte, il fumo si innalza fino agli dei, le carni arrostite vengono consumate dagli uomini.

 

1. Il sacerdote Iustinus

 

2. Frammento di altare con parte delle dedica a Giove conservato al Museo di Arona, ritrovato a Gattico in circostanze particolari e curiose: l’altare era infatti stato tagliato e riutilizzato come gradino di un edificio rurale. Il suo fortunato recupero ha permesso di raccogliere una nuova testimonianza della religiosità di età romana.

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